Non avete scelto la vita da delfinista. E’ la vita da delfinista che ha scelto voi.
C’è qualcosa di poetico nel guardare un nuotatore nuotare nello stile farfalla. L’ondulazione, la scorrevolezza, quel continuo movimento in acqua.
Certo, se si guarda Michael Phelps, tutto può sembrare facile, ma non è proprio così.
C’è stato un momento nel vostro cammino in cui voi o il vostro allenatore avete realizzato che hai il dono (maledizione?) di avere uno stile a farfalla migliore rispetto alla media.
Improvvisamente, la “scelta” durante l’allenamento era obbligata nel delfino. Eri scelto sempre come terzo frazionista di ogni staffetta mista. Insomma, a malincuore hai accettato la tua sorte. Sei un delfinista.
Essere un “butterflyer” ha i suoi vantaggi.
Innanzitutto gli altri nuotatori tendono ad evitare di nuotare nella tua corsia. Le spalle sono più larghe degli standard (già elevati) del nuotatore. Avete una subacquea impressionante e venite visti con rispetto e timore.
Detto questo, la vita di un delfinista è una lotta continua.
1. LA CONDIVISIONE DELLA CORSIA.
Lo specialista della farfalla si trova a proprio agio solo con i suoi simili.
Si capiscono tra li doro. Odiano condividere la corsia con gli altri e gli altri certamente non amano i continui contri contro i polsi dei delfinisti.
Un campo di battaglia. Alla fine di ogni allenamento la conta dei feriti viene di solito affidata all’allenatore.
2. QUANDO UN BUTTERFLIER MUORE, MUORE DAVVERO.
La farfalla, quando è correttamente eseguita è qualcosa di rara bellezza. Fluidità, contatto leggero con l’acqua, sintonia.
Nello stesso modo poche cose sono tragicamente struggenti quanto un delfinista che muore durante un set o peggio, il 200 mt farfalla.
In tutti gli altri stili anche se stai per morire nelle ultime due vasche, puoi mantenere un certo senso di dignità.
Quando invece un nuotatore arriva all’ultima vasca di un 200 farfalla puoi vedere in diretta una lenta e triste agonia.
Un minuto di pausa silente per gli specialisti delle 4 vasche a delfino. Siete i nostri eroi.
3. E ‘IMPOSSIBILE NUOTARE “SCIOLTO”.
Avete mai sentito un allenatore dire: “Cento farfalla sciolto e a casa?”.
Ecco. Avete capito. Non esiste un modo facile o rilassante di nuotare a delfino.
Esistono solo due modi nuotare: Veloce o agonia.
4. NON SI PUÒ EVITARE il 200 farfalla.
Una delle maledizioni di essere un delfinista è che puoi scegliere solo tra 3 gare: 50-100-200.
Ogni volta preghi che non arrivi mai il meeting della morte, ovvero quello in cui ti toccherà il 200. Ma il tuo allenatore non ti amerà per sempre e la stagione è ricca di 200 mt farfalla che ti aspettano.
5. NUOTARE NELLA CORSIA LATERALE.
Per allenarti hai bisogno di spiegare le tue ali.
Se nuotando nelle corsie centrali il peggio che possa capitarti è schiaffeggiare i tuoi compagni di squadra o gli avventori nella corsia accanto, farlo alla corsia laterale è da vero e proprio bollettino medico.
Nocche contro il muretto, fronte spiaccicata sulla scaletta, braccia contro l’asta delle bandierine.
Bello il delfino, no?
6. IL RISCALDAMENTO PRE-GARA E’ UN’AVVENTURA.
Ecco la parte divertente.
Già ti senti male per il tipo di gara che devi affrontare. Poi il riscaldamento va fatto.
Ecco che davanti a te si apre lo scenario di 500 nuotatori stipati in sei corsie. Cercherai quella con altri della tua specie. Ti butti ed invece stanno facendo tutti stili diversi dal tuo.
Appena cerchi di farti spazio per nuotare venti metri nel tuo stile, ti troverai contro altri dieci nuotatori che faranno di tutto per impedirtelo.
Ispirata da OLIVIER POIRIER-LEROY
Olivier Poirier-Leroy è un ex nuotatore di livello nazionale. È l’editore di YourSwimBook , un registro di dieci mesi per i nuotatori professionisti. È anche l’autore del libro di esercizi per l’allenamento mentale pubblicato di recente per i nuotatori esperti , Conquer the Pool: la guida definitiva di Swimmer ad una mentalità ad alte prestazioni .
Combina ricerca psicologica sportiva, fogli di lavoro e aneddoti ed esempi di passato e presente dell’Olimpo per dare ai nuotatori tutto ciò di cui hanno bisogno per conquistare il lato mentale di questo sport.
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