In questi giorni ho pensato più volte che Summer McIntosh fosse la nuova Michael Phelps al femminile. O la nuova Katie Ledecky. O ancora la nuova Katinka Hosszu.
Sarebbe più facile per noi cercare negli esempi che già ci sono noti, che già abbiamo tifato, e a cui, per quanto incredibili, ci siamo già abituati.
Sarebbe più facile cercare di categorizzare gli atleti, e soprattutto questa atleta in una categoria già esistente. La nuova Iron Squalo di Toronto Lady. Come uno di quei nomi generati da siti come Crea il nome della tua band, forse Crea il nuotatore perfetto.
La verità è che non c’è una categoria già esistente. Non è esistito in passato un nuotatore di questo tipo. Summer McIntosh è un po’ Phelps, tra i misti e la farfalla, ma è un po’ Ledecky, capace di nuotare dai 100 agli 800 stile, e un po’ Iron Lady, capace di reggere un programma pesantissimo. Ma è soprattutto Summer McIntosh. Non ci sono precedenti.
Summer McIntosh è la nuova Summer McIntosh.
Questa Summer è solo Summer. E non intendo dire solo che “This Summer is only Summer’s”.
ANORMALE=FUORI DA CIÒ CHE È PROBABILE
In questi giorni mi è sembrato di scorgere diversi tipi di campioni.
Alcuni mi sono sembrati sazi, com’è giusto che sia per dei ragazzi di vent’anni che vincono un oro alle olimpiadi. Naturale, quando si è soddisfatti dei risultati ottenuti dopo anni di sacrifici invisibili, perchè ora tutti sanno che quelle rinunce, quelle scusate raga, ho allenamento non ci sono avevano un senso. Ora ci sono dei titoli olimpici ad attestare tutto questo. Il diritto di sentirsi inebriato è legittimo, è umano. Anche peccare di hybris, di tracotanza è un atteggiamento tipico degli umani. E vabene così. A volte si vince, altre si sbaglia e si perde.
Ci sono campioni però, che sembrano non appartenere a questa categoria, quella di esseri umani.
C’è una categoria aliena, straniera, fuori dalle nostre parti, fuori dalla normalità.
Due anni fa Summer McIntosh, appena 15enne con al collo un oro mondiale, alla domanda “Come ti sentivi durante la gara?”, rispose
“Oh, è stato divertente. Ero piena di adrenalina. Non ero nervosa”
Maggie MacNeil, oro olimpico nei 100 farfalla a Tokyo 2020, ci tiene a sottolineare che
“Lo fa suonare come una cosa normale. Ma non è normale”
Permettetemi una precisazione scientifica.
Normale è nel senso di distribuzione, anche detta curva gaussiana. Quella funzione che ha nella sua norma la moda e la media, ovvero il comportamento più probabile mostrato dal sistema, corrispondente al valore atteso, cioè il più relatable ,il più razionale nella sua emotività.
Tutto ciò è fuori da quell’intervallo di normalità, è degno del nostro stupore, perchè è qualcosa di veramente raro.
SUMMER TUTTOFARE
Sabato Summer McIntosh è diventata per la terza volta campionessa olimpica nella stessa edizione delle olimpiadi. E l’unico segnale della 17enne proveniente dai social è stato il repost dei successi ottenuti dai suoi compagni di squadra Josh Liendo e Ilya Kharun arrivati secondo e terzo nei 100 farfalla. Non ha neanche repostato il suo di successo.
Che sia umiltà, timidezza o forse concentrazione, dato che la canadese aveva ancora in programma la staffetta mista, è degno di nota.
La canadese è apparsa in questi giorni spesso con un atteggiamento da donna in missione. Un po’ come Leon Marchand. Due nuotatori incredibili con tante gare nel proprio programma, che fino alla chiusura dei Giochi, non sono usciti dalla loro zona di focus.
Si parla tanto del francese, che è riuscito a vincere due ori nella stessa giornata, ma Summer McIntosh non è stata da meno (in fondo il programma gare olimpico completo di McIntosh). Purtroppo si è dovuta fermare a soli 3 ori e un argento. In parte perché dal lato maschile manca una figura così dominante come Katie Ledecky, nelle gare di Marchand come in tutte le gare. E in parte perché Summer ha dovuto rinunciare a molte delle sue gare per riuscire a dare il massimo durante queste Olimpiadi.
La ragazza di Toronto avrebbe potuto nuotare, come già fatto alle Olimpiadi di Tokyo, gli 800 stile libero e battagliare anche lei per un argento. Tuttavia era impossibile: poco prima degli 800 stile era in programma la finale dei 200 misti, dove ha conquistato il suo terzo oro olimpico.
O ancora i 200 stile libero, in cui è stata anche bronzo mondiale a Fukuoka l’anno scorso con il record del mondo juniores 1:53.65. Per dovere di cronaca, quel podio è stato vinto da Mollie O’Callaghan, la prima nuotatrice in grado di nuotare sotto l’allora primato del mondo di Federica Pellegrini che resisteva da quattordici anni.
Se poi andiamo a controllare nelle start list dei Trials Canadesi, vediamo come Summer McIntosh fosse iscritta anche nei 100 dorso e nei 100 stile, poi non partita per preservare le energie in vista di impegni più gravosi.
Perché Summer McIntosh non nuota neanche delle gare proprio facili. Solo per citarne tre, 200 farfalla, 400 misti e 800 stile libero: un inno alla fatica.
Ma questa ragazza non finisce di stupirmi. Se andiamo a spulciare i suoi migliori tempi scopriamo che se avesse partecipato ai 200 dorso, avrebbe potuto giocarsi la medaglia di bronzo, dato che questa è stata vinta da Emily Seebohm in 2:06.17, contro un personale della canadese di 2:06.81.
Come dice Maggie MacNeil
“Questa ragazza non fa niente lentamente”
Pensate che soltanto l’anno scorso Summer McIntosh ha battuto il record dei 400 stile di Ariarne Titmus, appena un anno dopo che l’australiana riuscí a strappare il primato a Katie Ledecky dopo sei anni.
È l’unica donna insieme alle due nuotatrici sopra e insieme a Federica Pellegrini ad aver superato la barriera dei 4’ nei 400 stile libero.
Quest’anno ha battuto il record dei 400 misti di Katinka Hosszu.
Quest’anno (prima delle Olimpiadi) ha stabilito la miglior prestazione negli 800 stile libero, persino migliore di Katie Ledecky. Anzi, è stata la prima in tredici anni, a battere Ledecky negli 800.
Un traguardo incredibile, se pensiamo che la sua specialità sono i misti.
I commenti del suo allenatore Brent Arckey ci aiutano a capire la mentalità di questo tipo di campioni.
“Non ci ha mai preoccupato cosa facciano o non le altre atlete. Ci sono troppe variabili quando si parla di altri. Non è un buon uso del nostro tempo. Sappiamo che sono lì, ma ci concentriamo sull’eseguire il nostro piano di gara”
Anche Summer ha spesso sottolineato come ci siano troppe cose che non sono sotto il nostro controllo. E quanto sia importante concentrarsi sulle variabili che invece possiamo controllare.
Forse da quete ultime parole possiamo partire per domandarci:
DA DOVE ARRIVANO TUTTI QUESTI NUMERI?
Potremmo citare il talento certo, ma preferirei parlare di diverse specie di campioni sportivi.
Ci sono atleti che arrivano come meteore, o almeno così a noi appaiono perché riusciamo a osservare solo il loro successo ultimo, e ci sono atleti che ci hanno abituato alle loro imprese per decenni.
Ci sono atleti che non sono contenti delle proprie performance nemmeno quando vincono, e ci sono altri che sono soddisfatti anche “solo” di partecipare alle Olimpiadi. Tutto dipende dal percorso svolto, e dagli obiettivi personali, che solo loro, senza nessun condizionamento esterno possono porsi. Come spesso ripetuto in questi giorni, tutto sta nel giusto mezzo.
Poi però ci sono dei campioni che sembrano quasi non sapere cosa voglia dire delusione.
Ciò che andrebbe studiato di questi atleti non è il livello di testosterone, non è la capacità aerobica, non è la genetica. O meglio, sicuramente questi fattori hanno il loro ruolo, ma non è questo che mi sconvolge.
Sicuramente è importante il fisico e l’altezza di Summer McIntosh e Leon Marchand. E sicuramente è da notare che siano entrambi figli di nuotatori olimpici.
Quanti figli di nuotatori olimpici però diventano anch’essi nuotatori? Quanti nuotatori olimpici? E soprattutto, quanti diventano almeno tre volte campioni olimpici nella stessa edizione?
Forse l’oggetto dei nostri studi dovrebbe vertere sul cervello, sulla testa di questi campioni.
Perché ci vuole una forza sovraumana per mantenere la concentrazione dopo essere saliti su un podio olimpico. Si vedeva nei volti di Leon e di Summer, come si stessero godendo quel momento, ma solo in parte, perché sapevano di non avere finito. Sapevano di avere una missione da portare a termine.
La 17enne canadese è salita sul monte Olimpo già il primo giorno, al fianco di Titan Titmus e dell’immensa Katie Ledecky sul podio dei 400 stile libero. Ma era solo il primo giorno, c’erano ancora molte gare da affrontare.
Ci vuole una forza sovraumana per salire sull’Olimpo e scendere di nuovo tra gli uomini. Non tutti sono in grado di farlo. Ma quando un atleta ci riesce, solo per compiere sulla Terra altre gesta da semidio, che lo riporteranno nel posto a cui appartiene, allora stiamo parlando di un fuoriclasse.
Avanti e indietro tra i terrestri e tra gli dei dello sport. Degli alieni.
MENTALITÀ DIVINA
Quello che osserviamo noi è la gara, la performance. Ed è essenziale, ma non scontato, che un campione di questo calibro dimostri la miglior versione di sé nel momento del bisogno.
Summer McIntosh ci ha abituato a questo durante questa Olimpiade.
Ciò che però non vediamo, ma di cui siamo solo spettatori nel momento della raccolta dei frutti, è la semina. Il momento dell’allenamento.
C’è talento sì, ma non è solo quello.
C’è un inside joke nella nazionale canadese, di cui fanno parte anche Kylie Masse e Penny Oleksiak, cioè che tutti devono iniziare il riscaldamento 5 minuti prima di Summer.
“Altrimenti”, cito testualmente “ti fa il cu*o!”
E a volte questo vale persino per il defaticamento.
Anche Josh Liendo, argento olimpico, ha raccontato qualche anno fa di come chiunque iniziasse ad allenarsi con loro fosse timido inizialmente, mentre Summer non aveva paura di battere tutti e partire per prima in corsia.
“A volte riesco anche a batterla. Ha 15 anni ma sono abbastanza fiero di me per questo”
Dice ridendo.
Questa particolarità del nuoto, l’allenamento misto, dove ci si può sfidare e confrontare con atleti di entrambi i sessi, è qualcosa che ha sempre affascinato Summer McIntosh. Questo e il fatto che il nuoto sia uno sport dovre il cronometro, oggettivo, è sovrano, l’hanno portata a sceglierlo al posto del pattinaggio artistico , preferito da sua sorella.
Nonostante la sua giovane età la 17enne è ed era già un esempio da seguire durante la sua preparazione per Tokyo.
Durante quei mesi ha subito due gravi colpi. Prima la morte del suo allenatore Kevin Thorburn. Poi la chemioterapia del padre. La madre racconta che il giorno dopo la diagnosi fu l’unico allenamento saltato da Summer in tutta la sua vita.
Alle Olimpiadi di Tokyo, solo 14enne, è arrivata quarta nei 400 stile , nona nei 200 e undicesima negli 800. Più un altro quarto posto nella staffetta 4×200 stile. Due quarti posti che non hanno scalfito l’animo dell’atleta più giovane della spedizione canadese.
“Arrivare quarti è sicuramente difficile, ma sono contenta, perché ora sono molto piu affamata per le prossime stagioni”
Fame che è stata soddisfatta, ma non saziata.
Summer McIntosh è un esempio, ma non solo per i suoi tempi da record.
È un esempio perché a 17 anni sa perfettamente vivere il presente. Sa prendere un momento alla volta, un allenamento alla volta, una serie alla volta, e titarne fuori il massimo. Quando entra in piscina il suo unico obiettivo è divertirsi e spingere il suo corpo al limite. Non si fa distrarre.
Ma l’atteggiamento più ammirevole è forse quello che attua dopo. Quando mette il piede fuori dall’acqua, Summer non è più Summer McIntosh la nuotatrice olimpica. È pur sempre un’atleta certo, ma è un’adolescente.
È ossessionata dalle Kardashian, esce con gli amici, perde tempo su Tik Tok e può farsi le unghie rosa finte, cosa che non possibile durante le gare per paura di rompere i costumoni(l’ha imparato sulla sua pelle).
L’abilità di questi grandi campioni sta nel sapere vivere il momento al momento giusto.
Anche quando ci sono giornate no, la canadese dice di aver sviluppato la disciplina che le permette di alzarsi e andare in piscina con la testa proiettata a dare comunque tutto quello che può offrire quel giorno.
Summer è una perfezionista, ma non è ossessionata.
Alla domanda “Qual è il suo limite? Il mistista canadese Finlay Knox risponde
“Il limite è ovunque Summer voglia che sia”
Summer vuole spingersi oltre ogni limite, ma non permette che siano gli altri a porli.
E infine Summer è capace di entrare nella sua zona, ma non si fa dominare dalla pressione.
Summer McIntosh si diverte. E forse questo è il suo più grande trucco.
Non smettere di divertirti Summer, perché noi ci stiamo divertendo tantissimo.
Questo è stato il programma gare di Summer McIntosh alle Olimpiadi di Parigi 2024.
EVENTO | ORARIO | RISULTATO | |
Sabato, 27 Luglio | 400 Stile Libero Batterie | 11:12 | |
400 Stile Libero Finali | 20:52 | ARGENTO (3:58.37) | |
4×100 Stile Libero Relay Finali | 21:34 |
4° (53.22 )
|
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Lunedì, 29 Luglio | 400 Misti Batterie | 11:00 | |
400 Misti Final | 20:30 | ORO (4:27.71) | |
Mercoledì, 31 Luglio | 200 Farfalla Batterie | 11:46 | |
200 Farfalla Semifinali | 20:45 | (2:04.87) | |
Giovedì, 1 Agosto | 200 Farfalla Finals | 20:30 | ORO, Record Olimpico (2:03.03) |
4×200 Stile Libero Relay Finals | 22:03 | 4° (1:53.97) | |
Venerdì, 2 Agosto | 200 Misti Batterie | 11:17 | |
200 Misti Semifinali | 21:31 | (2:08.30) | |
Sabato, 3 Agosto | 200 Misti Finals | 21:08 | ORO, Record Olimpico (2:06.56) |
Domenica, 4 Agosto | 4×100 Mista Femminile Finale | 19:32 | DSQ, 4° (frazione a stile in 53.29) |