Ryan Murphy, uno dei capitani della squadra di nuoto degli Stati Uniti a Tokyo, durante una conferenza stampa successiva alla finale dei 200 dorso maschili ha espresso i suoi pensieri sul doping ai Giochi.
Murphy è stato battuto ai Giochi da Evgeny Rylov e Kliment Kolesnikov, entrambi rappresentano il Comitato Olimpico russo.
Laine Higgins, una giornalista sportiva del Wall Street Journal, ha scritto che ha chiesto a Murphy se avesse qualche preoccupazione per il doping.
La risposta di Murphy è stata una bomba.
“Ho circa 15 pensieri. Tredici di loro mi metterebbero in un sacco di guai. È quello che è. Cerco di non farmi prendere da questo. È un enorme carico mentale su di me nuotare in una gara che probabilmente non è pulita. Questo è quello che è.
Le persone che sanno molto di più sulla situazione hanno preso la decisione che hanno preso.
Mi frustra, ma devo nuotare nella situazione che mi è accanto. Non ho l’ampiezza per allenarmi per le Olimpiadi a un livello molto alto e cercare di fare pressione sulle persone che stanno prendendo le decisioni sbagliate che stanno prendendo”.
And a big hat tip to @sportsdoctormd for the speedy transcription 🙌
— Laine Higgins (@lainehiggins17) July 30, 2021
Nota dell’editore: i commenti di Murphy erano in risposta al doping nel nuoto olimpico in generale. Non gli è stato chiesto di Rylov o del ROC, e non li ha menzionati.
LE REAZIONI ALLE DICHIARAZIONI DI MURPHY
Murphy non è stato l’unico a muovere questo pensiero.
Ian Herbert, un giornalista sportivo al britannico Daily Mail e Mail on Sunday, ha chiesto a Luke Greenbank, ( bronzo nei 200 dorso dietro Rylov e Murphy) cosa pensava dei commenti di Murphy.
Greenbank ha risposto:
“È frustrante sapere che c’è un programma di doping sponsorizzato dallo stato in corso e non si fa di più per affrontarlo”.
Herbert ha anche riferito che Evgeny Rylov ha risposto ai commenti di Murphy dicendo:
“Ryan ha tutto il diritto di pensare e di dire quello che dice. È oggi e qui che viviamo.
Non viviamo nel passato. Non viviamo nel futuro”.
Murphy, senza entrare nello specifico, si riferiva alla decisione con la quale il CAS (la Corte di Arbitrato per lo Sport) ha ridotto a due anni la sospensione della Russia.