Il Presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli ha rilasciato una lunga intervista a Italpress, riportata oggi nel sito web federale.
Barelli, che è sceso in prima linea in questi mesi per difendere a gran voce lo sport, ha detto:
“Usciamo da un anno complicato: il quadro è drammatico in particolare per noi, visto che le nostre discipline si fanno dentro le piscine. Il Governo deve rendersi conto che lo sport in Italia si fa solo attraverso le società e le associazioni sportive, che vanno sostenute con i fatti e non soltanto a chiacchiere”
Le nostre società e i gestori affiliati sono veramente allo stremo. I costi restano più o meno gli stessi ma con la chiusura degli impianti all’utenza non ce la fanno piu’ e alcuni stanno fallendo. I ristori non sono assolutamente arrivati al settore dello sport, se non piccole mancette che non servono a nulla.
Siamo più che preoccupati, anche perché in Italia lo sport non si fa nella scuola né all’università. I comuni non hanno la forza economica di sostenere l’attività motoria.
tutto è basato su società e associazioni, entità non riconosciute dal punto di vista pratico. Lo Stato non fa nulla per sostenerle: se muoiono queste realtà, già allo stremo per il Covid, chiudono gli impianti e finisce l’attività motoria”.
Paolo Barelli ha inoltre sottolineato lo sforzo della Federazione Italiana Nuoto nell’ aiutare il settore stanziando 6 milioni di Euro. (Leggi qui il piano di sostegno alle società FIN). Sul punto il presidente ha precisato:
“Interverremo ancora, anche per mantenere aperti alcuni impianti che altrimenti non ce la farebbero, ma non possiamo sostituirci allo Stato, perché parliamo di cifre enormi che la federazione non può sostenere”.
Si parla poi della preparazione per le prossime Olimpiadi di Tokyo
Le prospettive sono delicate e critiche. Il Covid colpisce indistintamente e rappresenta un grande punto interrogativo. Pur facendo attenzione non è possibile vivere in una campana e gli ultimi dati pare non siano confortanti. Essere ottimisti è molto difficile anche perché c’è anche il punto interrogativo degli impianti, che sono molto costosi. Vedremo se sarà necessario adottare un programma specifico per garantire gli allenamenti ai nostri atleti.
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