Articolo a cura di Mirella Maietta
L’acqua è pronta per accogliere la vita, come la prima culla, come il primo abbraccio, come il ventre materno.
Accarezza i contorni morbidi delle future mamme senza chiedere nulla.
Storie diverse si fondono in un unico desiderio che è quello di non avere paura di prepararsi alla più incredibile delle avventure.
ACQUATICITA’ IN GRAVIDANZA
L’acquaticità in gravidanza è qualcosa di diverso rispetto alla classica lezione di nuoto.
Lo scopo non è quello di insegnare una tecnica, ma di vivere insieme un’esperienza.
Chi conduce la lezione è in acqua insieme alle proprie allieve. In punta di piedi le accompagna in un viaggio meraviglioso, alla scoperta di se stesse.
L’acqua permette alle future mamme di asssumere posizioni improponibili a secco, di lavorare sulla propria muscolatura, ma soprattutto di diventare protagoniste anche della propria paura, perché il più grande nemico della paura è la fiducia nelle proprie capacità e nella possibilità di non lasciarsi bloccare da essa mentre si affrontano nuove esperienze.
CONTATTO CON L’ACQUA
L’istruttore di acquaticità prenatale non insegna nulla alle sue gestanti. Utilizza semplicemente il più straordinario strumento a sua disposizione, l’acqua, per aiutare le proprie allieve ad entrare in contatto con il proprio corpo, per conoscerlo meglio ed apprezzarne i punti di forza e per permettere alla muscolatura di non opporsi nel momento del parto.
Il contatto con l’acqua procura una sensazione di benessere e rilassamento.
La parola d’ordine è lasciarsi andare.
Ogni gestante ha i suoi tempi. In vasca si assiste ad una percezione del tempo differente. I ritmi non sono dettati dagli impegni quotidiani ma dalla volontà di stare bene e di concentrarsi sulle sensazioni positive che l’immersione in acqua comporta.
Molte donne scoprono aspetti del proprio carattere e del proprio fisico proprio in gravidanza e l’esperienza di un corso di acquaticità amplifica questa possibilità straordinaria di conoscere meglio se stesse.
Farlo in un gruppo è una possibilità unica. Il gruppo deve essere preferibilmente non omogeneo per periodo gestazionale. E’ molto rassicurante per chi è all’inizio della gravidanza vedere una compagna fare esercizi fino al termine della gestazione e la condivisione di esperienze diverse crea molta forza.
Di Mirella Maietta. Acquamotricista prenatale e istruttrice Apnea national school. Istruttrice di nuoto Federale.