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Le Dieci Scuse Più Utilizzate Dai Nuotatori Per Evitare L’Allenamento

Braden Keith
by Braden Keith 0

October 15th, 2018 Italia

Per uscire da un allenamento senza destare sospetti occorre fantasia, ma anche buona pratica.

I nuotatori sono degli sportivi molto creativi, anche perché non si può utilizzare sempre una sola scusa.

“Ho mal di pancia” ad esempio, se usata troppo, può spingere il tuo allenatore a farti prescrivere una visita specialistica.

Una delle più fantasiose che ho utilizzato (ed ora me la sono definitivamente bruciata) è stata: “Ho fatto un trattamento alle sopracciglia e non posso bagnarle per più di un’ora”. Ora che il coach lo sa avrò per sempre delle orrende sopracciglia.

Esponendovi dieci delle scuse più utilizzate dovrò ingegnarmi con nuove, suggeritemele pure nei commenti.

1. Ho dovuto …

Tutti abbiamo una vita fuori dalla piscina (più o meno).

Questa giustificazione offre un ventaglio di variabili infinite. Dalla spesa con mamma al progetto scolastico, non ci sono limiti ad impegni che in modo imprevedibile vi hanno fatto tardare all’allenamento.

2. Non sapevo di quest’allenamento extra

Non importa che si tratta dell’allenamento del sabato e che si svolge ormai da cinque anni. Voi non lo sapevate.

Anche se il coach ed i compagni hanno avvisato tutti nel gruppo whatsapp, voi non lo sapevate.

3. Mi sono infortunato con le palette.

Tutti sanno che le palette provocano infortuni. Le dita strette tra i lacci che diventano di un colore tra il viola ed il nero. Il delfinista che ti colpisce e te le fa volare via insieme a 30 € di manicure.

L’infortunio alle dita è un problema serissimo. Si deve necessariamente tornare a casa e medicarsi.

4. Si sono rotti gli occhialini.

Questa scusa vi farà saltare dal minuto ai dieci a seconda dei vostri compagni di squadra. Ebbene si.

Se avete in squadra colui o colei che porta sempre un paio di occhialini di riserva, al massimo avete risparmiato due minuti.

Può andarvi decisamente meglio se nessuno può prestarvene un paio ed il vostro allenatore non riesce a sistemare i vostri.

5. Ho l’acqua nelle orecchie.

Premetto che uso i tappi per le orecchie in seguito ad un’otite. Quindi, questa scusa è la più gettonata per saltare una o due serie.

Offre anche alcune varianti:

  • ho perso i tappi in virata
  • i tappi mi fanno male
  • devo cambiare i tappi.

6. Devo andare in bagno

Scusa da non utilizzare troppo spesso, poiché si rischia che quando l’esigenza fisiologica diventerà reale, sarete costretti a tacere ed aspettare la pausa concessa a tutti.

7. Ho i crampi 

Questi sono i peggiori!

Ogni parte del corpo può essere interessata da un crampo improvviso che non ti fa più muovere.

Anche il grado di dolore può essere diverso a seconda del tipo di lavoro che si sta eseguendo.

8. Mi si è rotto il costume

Da non usare troppo spesso. Ti consente di uscire di scena per non dare scandalo, ma rischi di essere costretto a portarne sempre e comunque uno di riserva.

9. E ‘il mio periodo del mese

Eh care ragazze mie!

Se avete un allenatore maschio, questa scusa può salvarvi una volta al mese. Se il vostro allenatore è una donna, non sperate nella sua clemenza.

Avrà un rimedio a portata di mano. Garantito.

10. devo uscire presto.

Le ragioni per uscire prima devono essere rilevanti. Non basta la spesa con la mamma di cui sopra.

Solo un impegno scolastico importante o un controllo medico possono essere davvero efficaci.

Per rendere la scusa più plausibile, meglio avere i genitori in tribuna in attesa.

 

Ispirata da Olivier Poirier-Leroy (Puoi leggere l’articolo in inglese qui)

Olivier Poirier-Leroy è un ex nuotatore di livello nazionale. Lui è l’editore di YourSwimBook , un registro di dieci mesi per nuotatori competitivi.

E’ anche l’autore del programma di lavoro per lo sviluppo della mentalità per nuotatori competitivi, Conquer the Pool.

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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