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Dietro I Numeri Del Mondiale: Cosa Resta Negli Occhi Dopo Fukuoka 2023

CAMPIONATI DEL MONDO 2023

Recuperata qualche ora di sonno e un po’ di energie dopo un mondiale lungo 8 giorni (contando solo il nuoto in vasca), quel che resta negli occhi di chi scrive ripensando a Fukuoka 2023 è una mappa concettuale divisa in macro argomenti.

Una di quelle che abbiamo disegnato tutti almeno una volta a scuola per provare a comprendere meglio la geometria, o l’economia, dove alcuni insiemi più grandi e altri più piccoli si intersecano, creandone di nuovi e allo stesso tempo rimanendo ciò che sono.

Un unico grande foglio bianco, il Mondiale di nuoto numero venti, che alla vigilia poteva essere colorato di qualunque colore, e che alla fine è stato principalmente verde oro, come l’Australia anche se World Aquatics non sembra averlo notato vista la premiazione del team USA come miglior nazione in gara.

Cercando supporto nei dati, nei numeri e nelle statistiche, che raccontano forse solo una parte della storia, ma di sicuro non mentono, entriamo nel merito di questi macro argomenti, che forse nel nuoto ci va meglio che con la geometria.

L’ITALIA, L’EUROPA, E IL RESTO DEL MONDO

6 medaglie: 1 oro, 4 argenti e 1 bronzo. Questi i numeri più facili da trovare, da ricordare, e da scrivere nei titoli di giornali per l’Italia del nuoto tra le corsie. 3 medaglie in meno rispetto allo scorso anno nel complesso, 4 titoli in meno se andiamo a calcolare gli inni risuonati alla Duna Arena di Budapest. Un involuzione che appare evidente, accentuata anche dal programma gare che ha visto l’Italia trionfante per 3 giorni e a digiuno per 4 di fila. Se andiamo però a vedere i nomi di chi ha ottenuto quelle 9 medaglie nel 2022, vediamo che i protagonisti sono di fatto sempre li stessi.

Thomas Ceccon, Nicolo Martinenghi, Benedetta Pilato, Simona Quadarella e la 4×100 stile libero maschile, che nell’insieme avevano portano 7 delle 9 medaglie, sono saliti sul podio anche questa volta, alcuni salendo anche su un gradino più alto rispetto all’edizione precedente.

Gregorio Paltrinieri, arrivato in Giappone in forma imperfetta e sicuramente provato dall’aver disputato prima le gare in acque libere (16.5 km calcolati in linea retta) ha comunque un bottino personale di due medaglie mondiali, seppur non in gare olimpiche. Discorso differente sulla 4×100 mista, sulla quale pesa di più il mancato ingresso in finale che un’eventuale controprestazione nella lotta alle medaglie.

Ciò che fa riflettere chi va oltre il mero conto dei metalli messi in valigia dalla spedizione azzurra, è il numero abbastanza esiguo di finali raggiunte, 15 contro le 23 del 2022, e il singolo record italiano fatto registrare alla Marine Messe arena, quello dei 50 farfalla d’oro di Thomas Ceccon.

Se l’Italia è scesa dal 3° al 10° posto nel medagliere mondiale, bisogna ammettere che tutto il vecchio continente sembra aver perso un po’ di terreno rispetto al resto del Mondo. Dove una volta c’erano si, le potenze USA e Australia a dominare alcune distanze ma restavano per l’Europa alcune roccaforti intoccabili, i numeri di Fukuoka 2023 parlano di un netto distacco. Tutti gli ori di nazioni europee sommati non arrivano al numero di quelli conquistati dai soli australiani.

Solo 2 posi, entrambi maschili, sono stati a totale appannaggio di atleti europei e nel complesso, delle 126 (ops 127 a causa del triplo argento nei 100 rana) medaglie in palio solo 30 sono state messe al collo di nuotatori provenienti dell’Europa. Addirittura sono stati solo 4 i titoli femminili di atlete europee, e quelle atlete rispondono al nome di Sarah Sjostrom e Ruta Meilutyte.

IL NUOTO 12 MESI DOPO, ANZI 13.

Questo mondiale, a prescindere dal colore della bandiera che tifate, se siete degli appassionati di nuoto, vi ha fatti emozionare.  Ad aiutarci a vedere in prospettiva la grandezza di questo campionato ci aiutano alcuni dati che confrontano la scorsa edizione (post-olimpica, caratterizzata dalle assenze e condizionata da un calendario affollato).

Nell’80.9% dei casi, ovvero in 34 gare su 42 a Fukuoka si è vinto con un tempo inferiore rispetto a quanto è bastato nel 2022 per laurearsi campione del mondo, in un caso, i 100 farfalla maschili, Kristof Milak e Maxime Grousset hanno vinto con lo stesso identico tempo: 50.14. Ancora più impressionante è il valore medio dei tempi raggiunti per salire sul podio se consideriamo che in 11 occasioni il tempo utile al campione del mondo 2022 per aggiudicarsi il titolo, se ripetuto nel 2023 gli sarebbe valso il bronzo e in 5 gare non gli avrebbe proprio permesso di salire sul podio. Inoltre, a fronte dei 10 nuovi primati mondiali siglati la scorsa settimana, nel luglio 2022 stati stati 3.  Alcune delle migliori prestazioni del 2022 si sono infatti viste in altre manifestazioni come gli europei di Roma o i Giochi del Commonwealth di Birmingham, mentre quest’anno tutte le energie delle squadre in acqua erano rivolte all’appuntamento giapponese.

I RECORD E LE PRIME VOLTE, ANCHE QUELLE DIFFICILI DA CREDERE

Campioni olimpici e primatisti del mondo che dopo carriere lunge e vincenti raccolgono il primo titolo mondiale. Sembra difficile da credere che per Kyle Chalmers, 25enne australiano è arrivato solo in questi giorni il primo titolo mondiale individuale in vasca lunga. Chalmers ha dovuto aspettare 3 edizioni e 7 medaglie prima di salire da solo sul gradino più alto del podio. Ryan Murphy invece, si è scrollato la scimmia dalla spalla lo scorso anni vincendo i 200 dorso ma il titolo mondiale nei 100n è arrivato solo lo scorso 25 luglio dopo ben 4 edizioni e un bronzo, un argento da aggiungere all’oro di Rio e il Bronzo di Tokyo. Chi invece è avvezza al gradino più alto del podio ai Mondiali è Katie Ledecky. La fuoriclasse di Washington ha messo in fila il suo sesto titolo consecutivo negli 800 stile libero femminili, un dominio incontrastato lungo 10 anni e destinato a continuare che la pone anche come atleta con più titoli individuali mondiali di sempre a quota 16. Ad un record di titoli risponde un record di medaglie, quello di Sarah Sjostrom, ferma (si fa per dire) a 5 titoli consecutivi nei 50 farfalla ma capolista nel numero di medaglie individuali mondiali, ben 21. Non solo prime volte per i singoli atleti ma anche prime volte nella storia, come il primo uomo, e il giorno successivo la prima donna a fare tripletta nelle 3 distanze di uno stile. Qin Haiyang (CHN) nella rana, con tanto di WR nel 200, e Kaylee McKeown (AUS) nel dorso.

ONE MAN (OR WOMAN) SHOW

Del medagliere italiano abbiamo già parlato a sufficienza ma un argomento che si interseca perfettamente e si crea una parentesi tutta sua è uno dei fattori che ha sicuramente contribuito allo scivolmento di posizioni della nostra nazionale. Alcuni Paesi occupano posizoni nella Top 10 del conto delle medaglie nonostante le loro spedizioni siano composte da pochissimi atleti, più che la nazione però, a portare il peso di quelle medaglie, è di fatto un solo atleta. E’ questo il caso della Lituanua e della Svezia, che grazie ai 2 ori di Ruta Meilutyte e di Sarah Sjostrom stanno a braccetto all’8° posto. Oppure della Tunisia, che grazie alle prestazioni clamorose di Ahmed Hafnaoui è al 7° posto ma per soli due centesimi, quelli lasciati nel 400 stile libero che gli sarebbe valso il terzo oro, non è addirittura 5°. Nomi che portano il peso di una nazione intera, quasi come la Francia, che oltre a Leon Marchand, uomo dei campionati, trova un altro grande protaagonista in vista delle olimpiadi di casa, Maxime Grousset.

One man show non solo in acqua ma anche a bordo vasca, due su tutti. Bob Bowman, coach leggenda del team a stelle e strisce ha portato una squadra melting pot, allenata ad Arizona State, che ha raccolto 4 titoli e un totale di 7 medaglie individuali. E Dean Bowell, che oltre a regalare un vero e proprio spettacolo durante le gare dei suoi atleti (specie se vincono) ha portato lo stile libero australiano sul tetto del Mondo ottenendo due record mondiali da due atlete diverse.

Cosa resta davvero negli occhi dopo i Mondiali di Nuoto di Fuoka 2023? L’attesa per Parigi 2024 (passando per Doha).

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About Braden Keith

Braden Keith

Braden Keith is the Editor-in-Chief and a co-founder/co-owner of SwimSwam.com. He first got his feet wet by building The Swimmers' Circle beginning in January 2010, and now comes to SwimSwam to use that experience and help build a new leader in the sport of swimming. Aside from his life on the InterWet, …

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