E’ San Valentino.
Ci si apre, si scrive alla persona amata, oppure alla cosa che si ama di più.
Quella che non ti giudica, alla quale vai bene così come sei, che vuole migliorarti senza mortificarti.
Caro nuoto…
Avrei voluto scriverti da tanto tempo.
Forse tu meglio di me sai che quando qualcuno o qualcosa occupa la mente e le giornate come fai tu difficilmente si riescono a scorgere piccoli spazzi per fermarsi.
Tu mi fai fermare, quanto? Dieci secondi? Venti secondi?
In quegli attimi provo sempre ad aprire di più le labbra, incanalando quell’ossigeno di cui è pieno il mondo, ma che in quei momenti sembra essere finito in una dimensione parallela, sfuggendo alla mia gola ed ai miei polmoni.
Vedi come sono brava? Questa volta sono arrivata subito al dunque:
tu mi togli il fiato
Come due mani fredde sulle spalle che scendono poi lente lungo la schiena fino a farla inarcare per i brividi.
Tu mi fai tremare.
Ogni tremolio che avverto dal collo fino all’ultimo osso della colonna vertebrale è come tuffarsi in mare d’inverno.
Pazzia e passione.
Irragionevolezza pura di sottoporre ancora una volta ogni muscolo alla prova d’amore verso di te.
Non hai mai smesso di chiedermi prove.
Ogni giorno pretendi che sia io a prendermi cura di me stessa.
Riempi la mia mente dal momento in cui apro gli occhi e so che non posso rimanere tra le calde coperte che hanno avvolto il mio giaciglio.
Quando mi avvicino al tavolo per la colazione ed improvvisamente occupi la mia mente costringendomi a dire ancora una volta no a grassi, zuccheri, coloranti, conservanti.
Sorrido pensandoti, mentre mi nutro di ciò di cui tu hai bisogno, di ciò che noi abbiamo bisogno. La frutta assume improvvisamente un sapore ancora più dolce mentre sorrido compiacendomi di ciò che tu hai fatto di me.
Mi hai fatto scoprire il dolore, il senso del sacrificio e il significato delle rinunce.
Hai condotto verso gli argini della disciplina e del rispetto un carattere folle ed a volte fuori controllo.
Hai valorizzato i silenzi, l’esperienza di conoscere il sé, il rispetto profondo per gli altri e per l’avversario.
Insieme abbiamo incontrato altre persone, abbiamo incrociato altre vite simili eppure così diverse. Incontrato altri occhi che si illuminano davanti alle corsie, altre braccia ed altri cuori pieni di amore.
Abbiamo sfidato la logica, le leggi della fisica, ma soprattutto abbiamo sfidato il tempo.
Nell’avanzare verso il blocco di partenza hai creato ogni volta il buio intorno.
Anche quando le tribune erano piene e le voci si mescolavano, un irreale calma mista ad inquietudine ha sempre avvolto la mia testa, protetta dalla cuffia.
I rumori sono diventati quelli ovattati dell’acqua, come quando avvicini una conchiglia all’orecchio e chiudi gli occhi per sentire il mare.
Ho provato ad allontanarmi da te, a dire “basta” alle ore di allenamento, alle gambe che la sera non reggono il mio corpo, ai fallimenti continui, alle rinunce continue.
Ogni cosa però mi riportava a te e a quel senso di felicità pura che sento di poter vivere soltanto in acqua.
Ti ho odiato ogni giorno
Ed ogni giorno ti ho desiderato, perché la persona che mi hai reso è l’unica con la quale sto bene.
Tante volte ci hanno chiesto perché nuotiamo e perché continuiamo a farlo nonostante tutto e tutti.
L’unica risposta possibile è perché lo amiamo.
L’amore è passione, istinto, irrazionalità.
Amiamo ciò che siamo quando siamo innamorati.
Il nuoto è questo: amore, passione e quel pizzico di irragionevolezza che spinge chi ha nuotato a non riuscire a stare senza.
‘L’amore ti cambia la vita. Quando qualcuno entra nella tua vita ti sconvolge tutto: orari, abitudini, modi di essere. Ma l’amore sta proprio lì: nel lasciarsi cambiare”