Nella notte della finale dei Mondiali di Barcellona del 2003, Alexander Popov salì sui blocchi per quella che sarebbe stata la sua ultima vittoria.
Il 31enne velocista russo aveva già fatto tutto in questo sport:
- medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992 e 1996 nei 50 e 100 metri stile libero
- Record del mondo in entrambe le gare
- Dominato la velocità per oltre un decennio
Popov si tuffò il 26 luglio 2003, esplodendo in superficie con precisione e grazia. I campioni fanno sembrare tutto semplice. Alexander Popov eseguì 31 bracciate, senza cuffia, quando stabilì il record del Mondo nei 50 stile libero nel 2000 con il tempo di 21.64.
L’efficienza di Popov è stata sviluppata con un’attenzione incessante alla tecnica nell’allenamento.
Sotto lo sguardo vigile del suo allenatore Gennadi Touretski, Popov nuotava regolarmente 5.000 metri a stile libero. Touretski poneva l’attenzione su una nuotata lenta, ma con tecnica eccellente.
“L’unico modo per vincere è la perfezione senza sosta.” – Gennadi Touretski
La velocità di Popov in gara aveva la stessa tecnica perfezionata in allenamento. Equilibrato, gomito alto. Non c’era distinzione tra allenamento e gara.
L’effetto di tutti quei metri con una tecnica perfetta in allenamento, fu che quando Popov si alzò sul blocco, non ebbe bisogno di pensare a ciò che voleva fare.
Non aveva bisogno di preoccuparsi.
Dove solo tuffarsi in acqua e lasciare che il suo corpo facesse quello che aveva fatto un milione di volte in allenamento.
L’abituale eccellenza tecnica di Popov era tale da permettergli di nuotare regolarmente a ritmi da record nel mondo in allenamento.
Letteralmente.
La storia racconta che in un collegiale di allenamento pre-olimpico al Colorado Springs, Popov si è tuffato dai blocchi per una serie veloce sui 50 metri. Gli allenatori presenti – incluso Dave Salo dell’USC- cronometrarono Popov. Realizzò un tempo inferiore di un decimo rispetto al Record del Mondo allora esistente.
Popov ha allenato il modo in cui gareggiava e gareggiava nel modo in cui si allenava
Quanti nuotatori possono dire lo stesso?
STAI ALLENANDO IL MODO IN CUI VUOI GAREGGIARE?
Vi è spesso una disconnessione tra il modo in cui i nuotatori si allenano e il modo in cui competono.
La tecnica che usano in allenamento è diversa da quella che usano in gara.
- Le virate sono diverse;
- il modo in cui nuotano durante un set centrale è diverso rispetto al modo in cui nuotano la parte centrale della gara;
- La mentalità è diversa: in allenamento sono sciolti e poco focalizzati. In gara cercano di essere super concentrati e mega seri.
Questi sono alcuni dei motivi per cui molti si sentono soffocare in gara.
L’esperienza della competizione è così totalmente e completamente nuova che non possono fare a meno di sentirsi sopraffatti.
E’ una reazione di default quando siamo faccia a faccia con un ambiente imprevedibile, estraneo e pieno di pressioni.
Dubitiamo sulla nostra preparazione.
Allenarti nel modo in cui vuoi gareggiare fa si che tutti gli elementi della tua nuotata si mettano in pratica durante la gara con il pilota automatico.
L’allenamento non è qualcosa di estraneo alla gara. Vediamo dunque come sfruttare l’allenamento per gareggiare al massimo.
1. PREPARA la tua gara
La maggior parte dei nuotatori, in allenamento sono tranquilli, rilassati, senza pressioni perché, se un allenamento va male, ce ne sarà un altro domani.
Inizia a vedere l’allenamento di ogni giorno come un’opportunità unica per migliorare ed inizia a vedere la competizione come un allenamento in più.
Fai lo stesso riscaldamento dinamico. Mangia gli stessi pasti.
Usa la stessa routine di stretching.
Prendendo l’allenamento più seriamente si smussa la paura della competizione.
2. SFRUTTA AL MEGLIO OGNI ALLENAMENTO
Alex Popov era uno scienziato del nuoto. L’allenamento il suo laboratorio.
Pensava continuamente a come essere più efficiente.
Giocava co la posizione delle mani, con l’angolo del gomito in trazione e così via.
Caeleb Dressel, fa lo stesso. Dressel è uno che durante l’allenamento salta fuori dall’acqua ed annota sul suo diario le sensazioni ricevute.
3. il RACE PACE
Il passo gara deve essere un momento in cui non si pone attenzione solo al tempo.
Ogni metro prima e dopo il test va sfruttato per affinare la tecnica che userai in gara.
“Non raggiungiamo il livello delle nostre aspettative, cadiamo al livello del nostro allenamento”. – Archiloco
NON ASPETTARE LA GARA PER NUOTARE ALLA GRANDE
Ogni volta che sali sul bordo della piscina stai costruendo una performance.
Stai scolpendo la gara che avrai nel giorno della competizione.
Stai incorporando le abitudini e la tecnica che saliranno sul blocco con te.
L’allenamento che fai in piscina oggi rifletterà le prestazioni che desideri fare domani?