Florent Manaudou è il campione olimpico dei 50 metri stile libero alle Olimpiadi di Londra.
Nel 2016, ai Giochi di Rio de Janeiro, perse l’oro per un centesimo. Un centesimo che pesò così tanto da spingerlo al ritiro. Una medaglia d’argento olimpica al collo, che, negli equilibri di colui che era il favorito, l’eroe nazionale, pesava meno di un centesimo di secondo. Pesava meno, e lo spinse ad allontanarsi dalle corsie.
Cinque anni più tardi, Florent Manaudou si ritrova nella finale olimpica dei 50 metri stile libero maschili. In un’arena senza spettatori vince un’altra medaglia d’argento. La differenza è che questa volta il peso dell’argento è cambiato e quella medaglia d’argento adesso è la molla che gli ha fatto scattare la motivazione per proseguire il suo cammino verso le prossime Olimpiadi, quelle che si svolgeranno a casa sua, in Francia, a Parigi, nel 2024.
Manaudou l’8 Gennaio è stato ospite della trasmissione francese On Est En Direct dove si è aperto parlando di sentimenti e di cosa prova l’uomo oltre l’atleta.
Le prime domande riguardano proprio il ritiro nel 2016 ed il ritorno nel 2018.
Sul ritiro dichiara:
“Penso che sia necessario ascoltarsi. Quando non si prova più piacere nella propria attività bisogna sapersi fermare”
E sul successivo ritorno:
Amo molto le sfide, amo molto reimparare le cose e mi faceva bene dire «ok sì sono stato molto bene, ho fatto quello che volevo per due-tre anni» e poi torna la voglia di sfida… ed è andata più o meno così.”
Sulla decisione afferma:
“Penso che tutti si pongano delle domande sull’esistenza e sulle proprie scelte
è molto difficile essere sicuri delle proprie decisioni.
Generalmente gli atleti vengono visti come una sorta di supereroi: nulla ci tocca, le emozioni ci scivolano addosso… ma non è affatto così in realtà.
Ci facciamo ovviamente delle domande.
Quando ci mettiamo a letto e chiudiamo gli occhi ci fermiamo a riflettere, come qualsiasi essere umano.
E voglio dirlo perché mi infastidisce che siamo visti soltanto come dei supereroi, come una cifra sul medagliere.
abbiamo anche noi dei sentimenti.”
IL MODO IN CUI LE PERSONE VEDONO GLI ATLETI
Alla domanda: “Lei dice che viene visto come il genero ideale ma vorrebbe che il modo di vederla delle persone cambiasse.” Manaudou risponde:
“Sì, è per questo che mi sono tagliato i capelli!”
No voglio necessariamente essere visto come un “bad boy” ma… ecco, da una parte è tutto molto piacevole e le persone sono molto gentili con me, però
per loro non sono nient’altro che l’atleta elegante che vedono in televisione, il fratello minore di mia sorella… e invece io sono una personalità un po’ diversa.”
Laure Manaudou, sorella maggiore di Florent, alla sua prima Olimpiade, ad Atene nel 2004, portò alla Francia 3 medaglie, un oro nei 400, l’argento negli 800 stile libero ed il bronzo nei 100 metri dorso. Una carriera folgorante quanto breve, con il ritiro annunciato all’età di 27 anni.
Sulla sorella dice:
Mia sorella ha avuto un impatto molto più grande del mio. Aveva appena 17 anni, quando è diventata una “campionessa olimpica”. Un risultato “enorme”. Sono molto orgoglioso di essere il numero due della famiglia. Rimango sempre “il fratellino di sua sorella”.
L’amore per Pernille Blume
Il tre volte medaglia olimpica ha anche parlato della sua relazione e il suo incontro con la sua fidanzata Pernille Blume.
Le devo molto.
È difficile da spiegare. Ma ha questa specie di energia iper-positiva, che ha messo intorno a me in momenti molto, molto complicati.
La ringrazio anche adesso.
È la prima cosa che le ho detto dopo la mia medaglia, un grande ringraziamento.
Senza di lei, non sarei riuscito a cambiare dopo il ritorno al mondo del nuoto nel 2019.
Articolo scritto in collaborazione con Rosachiara Caldiero