Il nuotatore russo ventenne Sergey Isaev è stato sospeso per violazione delle regole antidoping. Lo ha annunciato la All-Russian Swimming Federation.
La sospensione ha effetto retroattivo al 18 novembre 2020 e dura due anni, con decadenza al 17 novembre 2022. I risultati ottenuti da Isaev ai campionati russi dell’ottobre 2020 sono stati annullati e lui è stato privato delle sue medaglie.
A Kazan Isaev gareggiò nei 50 dorso, 100 rana, 50 farfalla, 200 e 400 metri misti maschili. Ha vinto l’argento nei 400 metri misti con il tempo di 4:19.82 ed il bronzo nei 200 metri misti con 2:01.03.
In entrambe le gare aveva realizzato lo standard olimpico “B” ed i suoi personal best di sempre.
Sergey Isaev nuotò i suoi personal best anche nei 50 dorso (27.85), 100 rana (1:04.76) e 50 farfalla (26.54).
Nel comunicato ufficiale della Federazione Russa non viene precisato quali norme antidoping sarebbero state violate. Tuttavia, TeleSport riporta che è stata riscontrata la “presenza di una sostanza proibita o suoi metaboliti, o marcatori in un campione prelevato da un atleta”.
L’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha imposto, nel 2019, la squalifica della Russia a causa dell’inadempienza dell’Agenzia russa antidoping (RUSADA). La sanzione è arrivato dopo un lungo scandalo sul doping in Russia, in cui i rapporti McLaren hanno dettagliato un grande programma di doping sponsorizzato dallo stato per aiutare a proteggere gli atleti russi dai divieti.
A dicembre il CAS ha ridotto quel periodo da quattro anni a due anni.
Il divieto non manterrà gli atleti russi completamente fuori dagli eventi sportivi internazionali. Impedirà però alla Russia come nazione di competere alle Olimpiadi estive di Tokyo del prossimo anno. Stessa cosa varrà alle Olimpiadi invernali del 2022. Gli atleti russi possono partecipare sotto una bandiera neutrale come hanno fatto alle Olimpiadi invernali del 2018. In quel caso sotto il nome di “atleti olimpici russi”.