La cancellazione dei Giochi Olimpici di Tokyo rimane un tema caldo sul panorama politico internazionale. Il 22 Gennaio scorso, The Times, una pubblicazione britannica, annunciò che le Olimpiadi di Tokyo sarebbero state cancellate a causa della pandemia da coronavirus. Secondo quanto riferisce la fonte del Times:”il governo giapponese ha concluso privatamente che le Olimpiadi di Tokyo dovranno essere cancellate a causa del coronavirus. L’attenzione è ora rivolta a garantire i giochi per la città nel prossimo anno disponibile, il 2032″.
Poche ore dopo arrivò la disdetta formale da parte degli organi governativi del Giappone. Il vice capo di gabinetto Manabu Sakai ha dichiarato in una conferenza stampa: Vorremmo smentire completamente (il rapporto) dicendo che non c’è alcuna verità in esso (rapporto di cancellazione)”
Sulla scia di queste preoccupazioni, Swimming Australia ha dichiarato di avere un “piano B”.
IL PIANO B DI SWIMMING AUSTRALIA
Il Presidente di Swimming Australia Kieren Perkins ha confermato che l’organizzazione ha iniziato a confrontarsi su come potranno essere sostituiti i Giochi se verranno effettivamente cancellati. (Reuters)
Perkins ha dichiarato che sono in “dovere” di offrire ai nuotatori un piano di emergenza se il 23 Luglio non inizieranno le Olimpiadi in Giappone.
Perkins dice anche che la preparazione degli atleti continua. I trials olimpici non subiranno variazioni di programma. Se le Olimpiadi verranno cancellate, i nuotatori australiani potranno comunque gareggiare.
Come? Dove?
A queste domande il capo di Swimming Australia risponde:
“È una questione aperta. Potremmo fare una nostra manifestazione oppure un incontro virtuale con alcuni dei nostri principali atleti. È un punto interrogativo aperto al momento.
Ci prepareremo e avremo piani alternativi”. (Reuters)