“Ho avuto diversi momenti di crisi. Delle volte mi staccavo dalla scia di Ana Marcela e annaspavo un po’. In quei momenti alzavo lo sguardo e vedevo Fabri farmi il segno dei muscoli. Diceva che potevo farcela, che dovevo spingere. E io tornavo a spingere. E’ stato un condottiero, mi ha accompagnata oltre i miei limiti.”
Il primo pensiero di Arianna Bridi, ripensando alla sua impresa, è per “Fabri”.
Ovvero Fabrizio Antonelli, il responsabile tecnico del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, Gruppo militare al quale Arianna appartiene dal 2014.
Arianna e Fabrizio il 6 settembre scorso hanno scritto un nuovo capitolo di Storia del nuoto in acque libere. Lo hanno fatto tra le onde del Golfo di Napoli nella maratona acquatica che porta gli atleti dall’isola di Capri alla sponda della terraferma.
“36 chilometri. Ero un po’ spaventata quando ne abbiamo parlato a settembre del 2019. Non avevo mai gareggiato per più di 25 km e anche in quell’occasione sono arrivata stremata. Però l’avvicinamento è stato gestito molto bene e mi sono convinta di poterlo fare.”
A farle compagnia, se così si può dire, c’era la Campionessa del Mondo, la brasiliana Ana Marcela Cunha.
“Il mio obiettivo prima di partire era quello di provare a batterla. Lei è la regina indiscussa delle gare più lunghe. Avevamo studiato la traiettoria. Abbio chiesto consiglio a chi conosce bene quel tratto di mare. Ma era una scelta diversa da quella che ha fatto il resto del gruppo. Per fortuna, quando ho iniziato a virare verso i punti prestabiliti ho notato che Ana Marcela e Allan seguivano la mia rotta. Il ragazzo brasiliano ad un tratto è crollato, e siamo rimaste noi due davanti a tutti, fino all’ultimo metro”.
Fino all’ultimo metro, perchè la lunghissima maratona si è conclusa con un solo secondo di distanza tra la vincitrice e la seconda classificata.
“Ero stanchissima. Sul podio mi chiedevano di alzare la coppa ma io non avevo la forza di alzare le braccia sopra la testa. Credo di aver perso circa 3 kg di liquidi durante la gara. Non mi aspettavo che il mio risultato suscitasse tanto interesse mediatico. Ne sono sorpresa, ma anche onorata.
Al supermercato vicino alla caserma, il cassiere che mi vede ormai da 4 anni, mi ha chiesto se per caso conoscessi la ragazza che ha vinto la Capri Napoli. Non sapevo bene come dirgli che quella ragazza ero proprio io.”
Sono stati necessari 15 rifornimenti di integratori. Il tempo finale recita 6 ore 4 e 26 secondi. Record della manifestazione. Il passo medio tenuto da Arianna per affrontare l’attraversata è stato di cerca 1’o7″ grazie anche ad una corrente favorevole.
“Il mare mi spingeva. Non mi sembrava vero di potermi allungare nell’acqua e lasciar che il mio corpo si fondesse con la corrente. E’ una sensazione incredibile.”
Dopo qualche giorno di pausa, Arianna tornerà in acqua.
“La stagione non è finita. E sono anche proiettata verso la prossima. Purtroppo non potrò partecipare ai Giochi Olimpici, durante la gara di qualificazione è andato tutto male. Avevo più paura di perdere che voglia di vincere. Per questo ho sofferto molto, facevo gli incubi di notte. Ma ora sono serena, e grazie al mio allenatore e al supporto del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito ho ritrovato la mia serenità. Non sarò a Tokyo, ma proverò a vincere tutte le altre gare della stagione.”
Ad aiutarla, i nuovi arrivi nel gruppo di allenamento.
“Da giugno si sono aggiunti Gregorio Paltrinieri e Domenico Acerenza. Hanno portato nel gruppo un’ondata di energia. Grazie alla loro umiltà e all’amore che hanno per questo sport ogni allenamento è una sfida, ma sempre con il sorriso. Mi hanno aiutata a vivere la fatica con leggerezza, mi mettono sempre di buon umore.”