La Commissione degli atleti del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha avviato un processo di consultazione con gli atleti per esplorare ulteriori modi attraverso i quali esprimere i propri punti di vista durante i Giochi Olimpici.
A gennaio, il CIO ha pubblicato le attuali linee guida della Regola 50. Attualmente, gli atleti possono esprimere il loro punto di vista principalmente attraverso i media, sia che si trovino nella zona mista, durante una conferenza stampa o su qualsiasi media tradizionale o digitale.
Nel comunicato stampa, il CIO afferma che: “L’espressione delle opinioni in questi spazi dovrebbe comunque essere rispettosa e in linea con i valori olimpici”.
A causa dell’attuale clima globale, la Commissione Atleti del CIO comprende che molti atleti saranno motivati ad esprimere il loro punto di vista forse più di quanto abbiamo visto in passato.
“Il razzismo o qualsiasi forma di discriminazione non ha posto nello sport”. “I Giochi Olimpici sono una dimostrazione globale molto potente di inclusione e di lotta contro il razzismo. Riunisce gli atleti di tutto il mondo dei 206 Comitati Olimpici Nazionali (NOC) e della Squadra Olimpica Rifugiati del CIO.
Sulla scorta di questi ideali la Commissione ha iniziato a coinvolgere gli atleti dei Comitati Olimpici Nazionali e delle Federazioni Internazionali. In un primo documento si dichiara che sia la Commissione Atleti che il CIO
“sono pienamente favorevoli alla libertà di espressione”.
A settembre inizierà una consultazione qualitativa con le commissioni degli atleti e ad ottobre verrà lanciato un sondaggio online. Il primo rapporto al Comitato esecutivo del CIO è previsto per dicembre. La raccomandazione finale arriverà nel primo trimestre del 2021.
Il Comitato Olimpico Australiano ha recentemente condotto una propria indagine. Il sondaggio è stato condotto su atleti olimpici ed ex olimpici. Da questo sondaggio è emerso che:
- 34% degli atleti attuali ritiene che le opinioni debbano essere espresse ai Giochi
- un ulteriore 47% ha dichiarato che dipende dalle circostanze.
Inoltre gli atleti non credono che si debba protestare sul campo di gioco o durante una cerimonia di podio.