Michael Phelps, l’olimpionico più decorato della storia, ha parlato con NBC Sports sul rinvio delle Olimpiadi di Tokyo al prossimo anno.
Phelps spiega come avrebbe reagito lui ad un rinvio delle Olimpiadi ed esprime la sua preoccupazione per la salute mentale degli atleti.
PHELPS SULLA SALUTE MENTALE
Michael, in linea con il suo impegno personale a sostegno della salute mentale degli atleti di alto livello, si sente particolarmente coinvolto.
Dichiara a NBC:
“Tutta la tua vita è puntata verso questo momento”.
“Poi arriva questo macigno. Devi aspettare un altro anno”
“Se fosse successo a me, sarei completamente fuori di testa per l’incertezza. Voglio dire, senza parole. Tipo, è un brutto sogno?”
Michale Phelps sostiene il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo, che dice che è stato deciso “per una buona causa”.
Continua però affermando che solo un atleta può capire come ci si sente. Si ha un altro anno in cui puoi prepararti meglio, ma l’attesa rende anche le cose molto più difficili.
“Spero davvero che non si verifichi un aumento del tasso di suicidi degli atleti a causa di questo. Perché la componente della salute mentale è di gran lunga la cosa più importante. Questo rinvio è un’acqua inesplorata. Non l’abbiamo mai visto prima. È stata la decisione giusta, ma mi spezza il cuore per gli atleti”.
COME AVREBBE REAGITO AL RINVIO DELLE SUE OLIMPIADI
In risposta alla domanda della NBC su come se la sarebbe cavata se i Giochi del 2008, 2012 o 2016 fossero stati rinviati, Phelps dice:
- 2008 (Pechino, dove Phelps ha siglato il record di otto medaglie d’oro): “Ero completamente bloccato e carico”. “Mi ero rotto il polso sei mesi prima dei trial e stavo ancora migliorando. Mi sarebbe piaciuto avere un altro anno”.
- 2012 (Londra. Phelps si era allenato poco. Era disinteressatomi vinse quattro ori e due argenti). “Se le Olimpiadi fossero state spostate al 2013, non mi sarei presentato”. Questo era lo stato mentale in cui mi trovavo.
- 2016 (Rio, dove Phelps ha chiuso la carriera con cinque ori e un argento. “Non mi sarei arreso”,”Non avrei mai rinunciato”. Volevo finire qualcosa che non avevo finito bene. Non so come sarebbe stato con un anno di pausa, se quelle Olimpiadi fossero state rimandate, ma avrei trovato un modo. La salita in cima a quella montagna è stata il momento più bello della mia carriera”.