Il Comitato Olimpico Australiano (AOC) ha messo in guardia i suoi atleti contro l’utilizzo dei podi olimpici di Tokyo 2020 come location per proteste.
Secondo il Daily Telegraph, nonostante Mack Horton abbia ricevuto il sostegno di Swimming Australia per continuare le sue proteste sul podio, l’AOC ha assunto un atteggiamento diverso.
Il CEO del AOC Matt Carroll ha dichiarato:
“Il Comitato Olimpico Australiano rispetta i diritti degli atleti di avere proprie convinzioni e di esprimere tali convinzioni”.
“Ma il podio ai Giochi Olimpici non è il luogo per esprimere opinioni personali su qualsiasi questione, indipendentemente dal loro merito. La gioia e il significato di quel momento dovrebbe essere rispettato da tutti e non essere negato a nessun atleta.
“Ci sono altri luoghi dove le opinioni possono essere espresse senza avere un impatto negativo sugli altri atleti”.
Il Telegraph riferisce anche che Mack Horton è stato selezionato per diventare uno degli ambasciatori nazionali della Coca Cola per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
Secondo alcuni la scelta è ricaduta su Horton proprio in seguito alle sue proteste agli ultimi Mondiali FIN di Gwangju. Coca-Cola però nega qualsiasi collegamento tra la scelta dell’atleta e le sue proteste.
In ogni caso, Sun Yang fa parte della campagna pubblicitaria della Coca Cola in Cina.
LA PROTESTA DI HORTON
L’australiano Mack Horton, agli ultimi Campionati Mondiali FINA, dopo aver conquistato la medaglia medaglia d’argento nei 400 metri stile libero maschili, ha protestato alla presenza della medaglia d’oro Sun Yang, astenendosi dalle celebrazioni sul podio.
Dopo Mack Horton, anche il nuotatore inglese Duncan Scott ha seguito la protesta.
Dopo aver vinto la medaglia di bronzo nei 200 metri stile libero, Scott si è rifiutato di salire sul podio.
Questa volta però Sun Yang ha reagito inveendo contro il nuotatore britannico.