Ecco una notizia che vi cambierà la visione delle cose:
Essere demotivati fa bene
I giovani atleti spesso credono che per fare grandi cose in acqua hanno bisogno di essere costantemente motivati.
Da qualche parte lungo il loro cammino hanno concettualizzato che avere successo, allenarsi in modo coerente, avere un etica incrollabile del lavoro e prestare attenzione ai dettagli richieda di essere totalmente e assolutamente motivati:
- “Ho bisogno di essere motivato per lavorare sodo.”
- “Mi serve motivazione per iniziare.”
- “Ho bisogno di essere motivato a cambiare o fare la cosa giusta.”
Questo tipo di pensiero binario pone la nostra formazione, e, in definitiva i nostri risultati in piscina, verso il basso per la natura imprevedibile e traballante della nostra “motivazione”.
Riteniamo che questi cali di ispirazione siano la prova che siamo destinati a fallire.
Usiamo una mancanza di motivazione come una scusa per non fare le cose che sappiamo nel profondo del nostro cuore che abbiamo bisogno di fare (che poi ha l’effetto di farci sentire ancora peggio).
Il mito della Motivazione
Allenarsi il lunedì dopo una gran gara non è difficile. Affrontare un duro set di allenamento quando si è ispirati e pieni di entusiasmo può farlo chiunque.
E’ quello che succede quando le cose non stanno andando come vorresti che fa la differenza.
Quando si sente la frustrazione, quando si stanno sperimentando le battute d’arresto (infortunio, malattia, ecc), questo è ciò che separa le alte performance dal resto.
E’ un bene essere demotivati, è ‘parte del processo.
Viene sperimentato da ogni atleta.
I migliori nuotatori del mondo sentono la stessa fatica nello svegliarsi molto presto per l’allenamento del mattino. Anche loro vivono giorni in cui sono stanchi e gli stessi momenti di ansia quando temono di fallire.
La differenza è che hanno capito il modo per lavorare anche in quei giorni.
La motivazione viene dalla partenza
I nuotatori spesso vedono la motivazione come condizione per iniziare qualcosa: “Inizierò ad allenarmi più duramente quando ne avrò voglia o quando mi ritornerà la motivazione”.
Quello che non capiscono è che la motivazione, quella profonda e senza fine, viene dalla partenza.
Essa si accende non appena inizi.
Pensaci.
Quante volte ti sei trovato davanti un set che ritenevi impossibile e dopo un paio di ripetizioni ti sei sentito motivato a finirlo?
Le cose diventano più facili una volta che si iniziano.
Questo set di allenatore folle ti ha dato durante la pausa di vacanza? Posso quasi garantire che a partire è stato più difficile di quanto finirlo. Che 10k corsa che si doveva fare per zone aride? Molto più facile dopo aver avuto eseguire le prime poche centinaia di metri.
Ricorda…
La motivazione è un’entità sfuggente.
Si basa fortemente sull’autocontrollo ( “non ero motivato abbastanza da mangiare bene oggi così ho mangiato due tubi di Pringles”), ed oscilla in base alle vostre abitudini, l’umore, il riposo e così via.
Fa bene sperimentare la frustrazione.
Ci si può sentire in questo modo e riuscire comunque a fare la cosa più importante per il vostro successo in acqua …
Iniziare.
Ci vediamo in acqua,