Secondo quanto riferito, il giapponese Junya Koga, medaglia d’argento olimpica e mondiale,ha fallito due test antidroga nel mese di marzo. Successivamente è stato rimosso dalla nazionale giapponese.
Secondo quanto riportato da Agence France-Presse, Koga è risultato positivo a tracce di “sostanze vietate per la costruzione dei muscoli”. L’atleta ha negato ogni consapevolezza in merito. “Mi vergogno, mi sento miserabile e frustrato”, ha detto oggi alla stampa Koga, 30 anni. “Non potevo crederci – ero scioccato, pensavo fosse un errore”. “Non ho mai preso la sostanza rilevata intenzionalmente. Ma sono responsabile. A coloro che mi sostengono dico sono profondamente dispiaciuto. “
La sostanza rilevata
Dalla documentazione della Japanese Swimming Federation emerge che Koga è risultato positivo a tracce di modulatori del recettore degli androgeni LGD-4033 e SARM S-22. Il test è stato eseguito al di fuori da competizioni, a Tokyo.
Le sanzioni per la violazione potrebbero arrivare fino a 4 anni di sospensione dalle competizioni. Oggi Koga ha 30 anni e questo episodio ove fosse confermata la massima sanzione, porrebbe fine alla sua carriera.
Koga ha chiesto alla WADA di essere sentito tramite audizione personale. Questo gli permetterà di esplicare le circostanze dei fatti a lui imputati.
In ogni caso, per ora, è escluso dalla partecipazione dei Giochi Asiatici 2018, ai quali era stato di recente annunciato come partecipante.
Il modo del nuoto giapponese viene scosso dalla notizia proprio durante il giorno di apertura del Japan Open 2018. In questa manifestazione i nuotatori possono raggiungere i tempi di qualificazione per i campionati del Pan Pacific 2018.
La positività al test anti doping dell’atleta del Club Wolverine Elite è già la seconda che registra il nuoto giapponese quest’anno.
Il 15 Gennaio 2018 il Japan Times riportava la seguente notizia. Un nuotatore che aveva preso parte ad una gara nella prefettura di Osaka nel mese di Settembre, era stato trovato positivo ad una sostanza vietata.
In quella occasione l’agenzia di stampa non rivelava la sostanza vietata. Si limitava a dichiarare: “Il nuotatore prendeva integratori prodotti all’estero le cui etichette non menzionavano gli stimolanti vietati che contenevano”.