Quando si hanno uno o più figli che praticano nuoto, che sia a livello dilettantistico ovvero a livello agonistico, si vivono esperienze che difficilmente possono ritrovarsi in altri sport.
Le caratteristiche di questo sport, infatti, coinvolgono non solo l’atleta, ma tutta la famiglia, che si ritroverà presto a dover gestire terminologie, tempistiche e appuntamenti propri del nuoto.
Anche il genitore che non ha mai nuotato o che non si è mai avvicinato ad una piscina, dopo pochi giorni sentirà pronunciare termini sconosciuti che diventeranno spunto di riflessione e argomento di dialogo nei momenti prettamente familiari. Corsie, cronometro, blocco, pinne, palette, rana, delfino, e chi più ne ha più ne metta, entreranno prepotentemente nei discorsi a tavola, o durante i week end, o la sera quando ci si adagia sul divano per guardare un film insieme.
A ciò si aggiunga che i figli vanno accompagnati fino all’ingresso della piscina e questo inevitabilmente si inserisce nelle dinamiche familiari, nella gestione dei propri tempi, nell’organizzazione del nucleo di persone che ruota attorno alla propria famiglia.
Un genitore non può rimanere indifferente dinnanzi al cambiamento di ritmi, di abitudini, di tempi e spazi che stanno travolgendo il figlio.
Il nuoto diventa in questo modo la chiave per entrare a far parte da protagonista nella vita dei propri figli. Un aspetto di importanza rilevante, atteso che si assiste a volte impotenti alla evoluzione adolescenziale dei figli verso una personalità chiusa al dialogo ed al confronto con gli adulti, concentrata sull’individualità e poco aperta a critiche e biasimo.
Nel momento in cui come genitore si verrà travolti dalla ricchezza e dalla positività di questo sport, ci si sentirà sempre più parte di una famiglia allargata, fatta di altri genitori, allenatori, dirigenti di squadre, e soprattutto di tanti piccoli nuotatori che ben presto diventeranno molto di più per i nostri figli che semplici compagni di allenamento.
Perchè non sfruttare allora il tempo che con tanta fatica siamo riusciti a rintagliarci per accompagnare/prelevare nostro figlio ed approfittare per imparare a nuotare o migliorare la nostra tecnica?
La scusa del “non ho tempo” non è una buona esimente. Attendere un’ora o due fuori dall’impianto sportivo sorseggiando caffè, leggendo il giornale o “smanettando” sul proprio smartphone, non vi farà mai comprendere appieno cosa sta vivendo vostro figlio nell’acqua e quanto questo sport lo stia formando come persona.
Se non si sa nuotare, questo è il momento migliore per imparare. Se invece nel vostro passato vi è un’esperienza da agonista o da semplice atleta appassionato, si può sfruttare al massimo il tempo che altrimenti andrebbe perso, tentando di allenarsi come Master.
Quali sono dunque i vantaggi di iniziare a frequentare un corso di nuoto se si è principianti, oppure entrare in una squadra Master se si ha un passato da atleti o se ci si sente particolarmente allenati?
MANTENERSI IN FORMA
I vent’anni sono ormai un ricordo, i trenta sono belli che passati. Il metabolismo inizia a rallentare e ci si sente più appesantiti ed affaticati rispetto a qualche anno fa. Perchè non sfruttare l’occasione ed approfittare dell’allenamento del proprio figlio per rimettersi in forma nuotando? All’inizio si si sentirà pronti per un ricovero immediato in ortopedia, qualcuno penserà di avvisare il Notaio di fiducia per mettere su carta le ultime volontà, posso però assicurarvi che dopo poco tempo vi sentirete ringiovaniti di almeno dieci anni!
IMPARARE LA TERMINOLOGIA
Quante volte siete rimasti basiti davanti al sentir pronunciare da vostro figlio termini a voi sconosciuti?
-“Mamma oggi ci siamo allenati in soglia” – “Ah, vuoi la sogliola per cena?”
– “Papà devi comprarmi lo snorkel e il tappa-naso” – “cosa devo fare a caso?”
Non sentitevi degli inetti, è capitato davvero a tutti. L’unico modo per comprendere il linguaggio di un nuotatore è essere un nuotatore. Vi basteranno poche lezioni per avere già una buona conoscenza di almeno la metà dei termini che al di fuori delle corsie sembrano non avere significato.
COMPRENDERE LA STANCHEZZA DEI FIGLI
Per capire quanto possa essere devastante un allenamento bisogna provarlo sulla propria pelle. Anche qui non c’è scusa che tenga. Gli allenamenti sono sempre rapportati a sesso ed età, ma in acqua non ci sono limiti anagrafici. Dopo aver superato l’allenamento vi sentirete molto più vicini ai vostri figli dei quali comprenderete appieno la fatica.
CONDIVISIONE
E’ il vantaggio più rilevante del praticare lo stesso sport dei propri figli: la condivisione.
Condividere una passione significa entrare nel mondo dell’altro, guardarsi negli occhi e capirsi senza il bisogno di usare le parole.
Condividere uno sport totalizzante come il nuoto significa soffrire insieme ai propri figli quando si accompagnano alle gare, significa conoscere il valore di un abbraccio quando la gara va male o di un sorriso quando si strappa anche solo un centesimo al proprio tempo. Vuol dire essere le braccia forti che ti prendono quando le gambe non ti reggono. Diventi la persona adulta che sa cosa comprare al supermercato, cosa cucinare prima e dopo l’allenamento, la spalla su cui piangere nei momenti di debolezza e la persona con cui festeggiare nei momenti di gloria.
Abbiamo dato la vita ai nostri figli, condividere il nuoto con loro vuol dire appropriarsi di un pezzetto del loro cuore.