1.431 giorni.
Parigi è finita. Mancano 1.431 giorni alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici estivi di Los Angeles 2028.
Ma il nuoto non si misura in Olimpiadi. Non in questo angolo dello sport, almeno.
Sono 34 estenuanti blocchi di allenamento di sei settimane. 204 sabati di divertimento e domeniche di recupero per riflettere sul lavoro svolto.
Sono alcune migliaia di meeting regionali, quattro elettrizzanti edizioni dei Criteria Nazionali Giovanili, almeno 8 Campionati Italiani Assoluti.
Centinaia di campionati estivi in tutto il mondo celebreranno i loro titoli nelle loro umili piscine a sei corsie, e per quei nuotatori i momenti saranno tutti uguali, come se stessero scendendo dalle profondità dello stadio So-Fi davanti a decine di migliaia di persone.
Sono questi i momenti in cui i sogni si accendono
Dai momenti di delusione solitaria alle grandi imprese in costume, questi sono gli attimi che rendono grande il nuoto.
Inseguendo il prossimo momento.
E non tutto il lavoro è lavoro. Almeno non nel senso tradizionale del termine. Alcuni atleti si prenderanno delle meritate pause dopo un’estate intensa e anche queste pause sono una parte fondamentale del lavoro, come stiamo imparando sempre di più a ogni ciclo olimpico.
Alcuni nuotatori termineranno la loro carriera nei prossimi 47 mesi.
Ci sono nuotatori che vedranno un’intera ascesa e caduta della loro carriera prima che la fiamma venga accesa a Inglewood il 14 luglio.
E da qualche parte, una futura medaglia olimpica si sta allenando nell’oscurità, sconosciuta ma inarrestabile.
Ognuno di questi momenti fa parte della storia di questo sport, i momenti che costituiscono le fondamenta del perché che completa il cosa dell’estate 2028.
E tutto questo perché per noi, per te, per gli olimpionici, per questa comunità, il nuoto non è una volta ogni quattro anni.
Vive tutti i giorni, in ogni bracciata, in ogni piccola gara, in ogni medaglia più o meno luccicante. Il lavoro viene svolto ogni giorno. Il viaggio inizia ora.
Fai in modo che ogni momento sia importante.
Da un’idea di Braden Keith